venerdì 25 aprile 2008

Il gorgo della Garisenda


Nel video la voce dell'autore che racconta nel dialetto romagnolo di Poggio Berni.


Il gorgo della Garisenda

Andavamo di là del fiume, d’estate, a fare il bagno nel gorgo della Garisenda.
Camminavamo nell’ombra dei pioppi tra i campi  ancor gialli, col profumo di grano appena tagliato poi, in fondo al viottolo, coi sandali nelle mani, attraversavamo il letto del fiume, saltando coi piedi nudi sui sassi che scottavano, sguazzando nelle pozze d’acqua calda come il piscio, passando sopra la crosta tutta screpolata del sabbione.
Le urla, i salti, gli scherzi, le risate riempivano il silenzio della Marecchia addormentata nella calura del solleone.
L’aria ferma, calda, piena di luce ti abbagliava gli occhi. Poi gli schizzi  dei tuffi dalla massicciata, gli schiaffi dell’acqua chiara, mano a mano più torbida, la serpentina delle mutande, dei sandali, dei calzoncini, delle canottiere sopra i cespugli.
Non avevamo neanche cinquant’anni in sei, ed eravamo belli, belli in quel silenzio, sotto il sole, intanto che ci asciugavamo nudi e stanchi, stesi sulla sabbia dorata, a guardare il cielo blu sopra il nostro fiume.






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